“ Fare il ricercatore è affascinante perché ti permette di verificare sempre nuove ipotesi con semplici esperimenti progettati con cura. Ma i momenti più entusiasmanti emergono quando, senza averlo previsto, ti trovi di fronte a fenomeni sconosciuti, che suggeriscono all’immaginazione nuovi mondi e lasciano intravedere sentieri inesplorati: sei arrivato là dove l’arte e la scienza si incontrano…
Sia io che la mela, e tutta la materia dell’universo, siamo fatti di atomi (http://it.wikipedia.org/ wiki/Atomo). Oggi sappiamo che l’atomo assomiglia al sistema solare: c’è un nucleo in mezzo
e tutto intorno girano gli elettroni, proprio come c’è il sole in mezzo al sistema solare e attorno
girano i pianeti.
Immaginate che le orbite in cui girano gli elettroni siano come le scalinate di un teatro, o di
uno stadio. Gli elettroni sono pigri e di solito si siedono sugli scalini più in basso. Ma se sono
stimolati dalla luce del sole o da una fonte di energia esterna, salgono sugli scalini più in alto.
In pratica una mela che è cresciuta su un albero sano, in mezzo alla luce e alla campagna, è carica
di energia, come un orologio al quarzo, e i suoi elettroni girano sulle orbite più alte degli atomi.
Quando prendo in mano la mela, ci scambiamo un po’ di energia, in particolare alcuni dei suoi elettroni
saltano sulle orbite più in basso e lo stesso accade ad alcuni dei miei elettroni. Come effetto di questi salti
quantici, gli atomi della mela emettono dei piccoli pacchetti di luce, che i fisici chiamano fotoni (http://it.wikipedia.org/wiki/Fotoni), e lo stesso fanno gli atomi del mio corpo.
Ogni fotone è un pacchetto di informazione; ma io capisco i segnali della mela? E la mela, capisce i miei segnali? Purtroppo no, ma i nostri atomi si capiscono e come! Perché alcuni dei miei atomi e degli atomi della mela hanno la stessa configurazione quantistica.
Tutti gli atomi della mela che hanno la stessa configurazione dei miei atomi, sono in grado di mandarmi un segnale. Il fotone della mela induce un fenomeno di risonanza nei miei atomi e a loro volta ognuno dei miei atomi emette due fotoni identici a quello ricevuto dalla mela. Pensate a un gruppo di suonatori: sia la mela che il mio corpo sono fatti dallo stesso tipo di atomi – di musicisti. Il fotone della mela è lo spartito… quando i miei atomi ricevono lo spartito dalla mela, si mettono a suonare tutti la stessa musica: la musica della mela! E se mangio la mela? Saranno le cellule del mio stomaco a suonare la musica della mela! E se la mela è inquinata da erbicidi e non è stata al sole e in campagna ma è maturata in un frigorifero? Mi verrà il mal di stomaco! Esattamente come quando sento un rumore che mi rompe i timpani. Non ci sarà una meravigliosa orchestra che suona senza un direttore lo spartito della mela,
perché l’uomo ha distrutto lo spartito, la meravigliosa musica della natura, quella che Keplero
chiamava l’armonia mundi.
E la mela soffre? No, la mela non soffre perché non ha le strutture biologiche della coscienza (http://it.wikipedia.org/wiki/Coscienza).
Ma muore nel momento stesso in cui manda lo spartito della sua musica, la traccia di energia
della sua vita alle mie cellule, e la grande orchestra della materia e della vita continua a suonare
senza di lei”.
Beppe Rocca