Piatti cucinati

2 Maggio 2024

Il progetto prevede la creazione e la promozione di una linea di piatti cucinati, collegati alla tradizione piemontese. Tale azione si pone in linea con la volontà delle aziende partner di aprirsi verso il mercato della trasformazione dei prodotti di qualità.
La linea include due tipologie differenti di piatti e ricette, la prima destinata al consumo quotidiano, mentre la seconda a un consumo turistico, con la realizzazione di borse picnic.

I presupposti
Il presupposto alla nostra idea sta nell’osservazione del fatto che la gente ha meno tempo per cucinare, per mangiare in famigIia. Il che si traduce in un’alimentazione del tutto conforme a quello che l’industria ci propone. Così, negli anni siamo stati abituati a dipendere da prodotti alimentari ampiamente trasformati, di qualità discutibile e di origine ben lontana dall’agricoltura locale.
Questo è un ostacolo molto difficile da superare.
Per operare una rivoluzione nell’agricoltura dovremmo, in realtà, favorire il ripensamento sul cibo come elemento culturale: serve dedicare più tempo alla cucina, alla preparazione di piatti freschi, al contatto con i produttori.

Tuttavia ci sembra sensatooffrire anche risposta commerciale dell’agricoltura biologica piemontese alla richiesta di tante persone.
A partire da questi presupposti si è avviato lo studio di piatti pronti.
Di seguito elenchiamo i motivi ispiratori che ci hanno guidati nella scelta.

La tradizione piemontese
Per poter individuare i piatti da sviluppare, è stato condotto un attento e approfondito studio della tradizione piemontese.
Siamo partiti, come scrisse Donatella Murtas, nella presentazione di Ingredienti in La cucina dell’Alta Langa: dosi, storie, modi  “..dalle ricette, fonte d’informazione privilegiata vicino alle persone ed indicatrici dei prodotti della terra localmente più presenti, così come della creatività trasformatrice espressa per il loro utilizzo. Le abbiamo cercate tra la gente, nei ricettari di famiglia che gentilmente sono stati messi a nostra disposizione”

Le stagioni della tavola
“…Alla cosiddetta cucina povera è stato affidato il compito di perpetuare riti e tradizioni, codificando l’alimentazione in base al succedersi delle stagioni e della disponibilità di materie prime.
Le castagne, il maiale, le erbe, i legumi, la frutta, per esempio, almeno per la gente dell’Alta Langa hanno sempre scandito il succedersi del tempo, menttre i cibi che ne sono derivati hanno segnato i confini di un territorio che, per quanto interessato a frequenti passaggi di eserciti, mercanti e gente di ogni nazionalità, ha saputo difendere con fierezza la propria cultura”.
Paolo Becarelli Ingredienti. La cucina dell’Alta Langa dosi, storie, modi, Sorì edizioni, 2004

Vacche grasse, vacche magre. La cucina tradizionale di Langa.
“Conoscere le ricette della tradizione significa dialogare profondamente con il calendario rituale contadino poiché l’alimentazione è intimamente connessa ai ritmi cerimoniali e produttivi che scandiscono l’anno agrario”.
Piercarlo Grimaldi Ingredienti. La cucina dell’Alta Langa dosi, storie, modi, Sorì edizioni, 2004

Notorietà
“La consapevolezza di come devono essere fatte le cose in un luogo appartiene alle persone che lo abitano. [..] Parliamo di piatti e di prodotti alimentari.
Non esiste la vera ricetta, unica, tipica, da disciplinare: è vera solo la ricetta che conosce e pratica la gente per consuetudine e tradizione: varia per ingredienti, dosi e procedimenti da un luogo all’altro o, all’interno di una stessa località, da una famiglia all’altra (e da una donna all’altra)”
Massimo Angelini Ingredienti. La cucina dell’Alta Langa dosi, storie, modi, Sorì edizioni,2004